Forme becere dell’immaginario. Littizzetto e Bush (Kate) aiutateci voi

Non è colpa mia se ci sono dei compleanni – 1 e 2 – da festeggare e, per copiare Pasquale Barbella, cercando immagini di “brindisi-champagne” mi trovo questa bella foto e questo bel servizio (TgCom LOL) con tag “seni da brindisi“.

Le componenti becere ci sono tutte: l’abbinamento tette-coppa di champagne, la casalinga e le pruderie della trasgressione home made, mariti compiacenti, anzi moderni che inviano le foto delle tette della giovane moglie per farla concorrere… come siamo avanti, mentre la giovane moglie si chiede perché non provarci finché si è giovani?

Mi consolo con altre magie.

She wanted to test her husband.
      She knew exactly what to do:
      A pseudonym to fool him.
      She couldn't have made a worse move.
      She sent him scented letters,
      And he received them with a strange delight.
      Just like his wife
      But how she was before the tears,
      And how she was before the years flew by,
      And how she was when she was beautiful.
      She signed the letter
            "All yours,
            Babooshka, Babooshka, Babooshka-ya-ya!
            All yours,
            Babooshka, Babooshka, Babooshka-ya-ya!"
            (Babooshka)
      She wanted to take it further,
      So she arranged a place to go,
      To see if he
      Would fall for her incognito.
      And when he laid eyes on her,
      He got the feeling they had met before.
      Uncanny how she
      Reminds him of his little lady,
      Capacity to give him all he needs,
      Just like his wife before she freezed on him,
      Just like his wife when she was beautiful.
      He shouted out, "I'm
            All yours,

Senza contare le immagini. Mi viene da pensare – volendo applicare la lente di osservazione dell’immaginario collettivo e dello spirito del tempo – che la particolare congiuntura dei nostri giorni spieghi la banalità delle immagini, delle composizioni di corpi, prevalentemente femminili, che pur belli sono specchio riflessivo della condizione in cui viviamo. Che si ritorni alla differenza fra cultura alta e cultura bassa? No dai…

Un’ultima cosa. Nel servizio si dice che le siliconate sono state scartate. Viva la natura. Viva la taglia seconda. Basta decidersi. Per fortuna che Luciana Littizzetto ci fa, non solo a noi donne ma agli esseri umani in generale, un po’ di giustizia o almeno ci permette di sfogarci vicariamente. Qualcuno la chiamarebbe catarsi.

A sproposito di donne. Letture domenicali

sassi_36donne

Leggevo questa mattina dalla sempre utile newsletter di Exibart che l’artista Corrado Sassi presenterà a Milano una performance dal titolo Shot Vanessa. Un gruppo di 36 belle donne in tailleur, stile donna in carriera, stanno in piedi in uno spazio delimitato e bevono vodka finchè, ubriache, non sono più in grado di stare ferme al loro posto.

La metafora: la donna forte ma anche fragile, si lascia andare perdendo nei fumi dell’alcool i freni inibitori in una sorta di “baccanale mitologico” (vedi nella foto quella che naturalmente si scopre una tetta).

Leggo ancora: la performance fa riflettere sui ruoli nella società e sul “lato della donna ferino e incotrollabile da sempre nell’arte associato alla donna”.

La cosa più divertente è quando dice che ad una lettura più approfondita appare evidente il riferimento a Vanessa Beecroft… più approfondita??

E ancora, sintetizzo: uscendo dalla natura morta e dalla dittatura dell’artista (questo passaggio poi non mi dispiace fiinché non si aggancia a quello successivo) le donne ubriache e imbruttite sono più reali e libere delle impassibili e perfette donne dei lavori di Beecroft. Il lavoro di Sassi comunica così pensieri diversi sulla condizione femminile nella società.

Non ce l’ho con chi ha scritto l’articolo, però un po’ sì perché ci poteva pensare un po’ di più. Mi sembra che il lavoro della Beecroft vada in una direzione ben più interessante e raffinata di così. Anche di lettura sulla condizione femminile. Non dimentichiamo che la Beecroft è anche una donna e che un lavoro al maschile che cita un’artista “in voga” per farle il verso mi sembra di una banalità e di una tristezza agghiaccianti. Ci sono tutti gli stereotipi più beceri: la donna in carriera, il ruolo che costringe, il bisogno di tornare allo stato di natura… boh. Continuo a preferire di gran lunga la Beecroft e sull’immaginario del femminile tornerei ai fondamenti.

Forme becere dell’immaginario 5bis

vetrina-natale-becera.jpg

Visto che il tema ricorre – anche nel senso sistemico del termine – riprendo il numero 5 che troviamo qui.

La vetrina natalizia di un negozio a target giovanile vicino a casa mia mi ispira una forma becera 5bis perchè penso che siamo nello stesso ordine di rappresentazione. Il fatto che l’immaginario del Natale si componga anche di una schiera di immagini (femminili) ammiccanti dal punto di vista sessuale continua a colpirmi e quindi a interessarmi. 

Dallo spot in cui il giovane nell’ascensore con una formosa e scollacciata signora immaginava/vedeva il di lei petto trasformarsi in due grandi bocce natalizie, alla lap dance di un paio di belle ragazze di fronte a Babbo Natale (seduto di schiena in una foto pubblicitaria di non ricordo più cosa, forse una rivista), fino alle varie, innumerevoli Babbine Natale sexy. 

Ma, se proprio non ne possiamo fare a meno, non si potrebbe aspettare almeno l’ultimo dell’anno?