La danza come “aiutante”. DAS VERGESSEN | Catia Gatelli e Paola Bianchi in residenza all’Atelier Sì di Bologna #primi appunti

DAS VERGESSEN è una nuova propaggine del progetto ELP di Paola Bianchi incentrato sul rapporto tra l’immagine e il concetto “problema” della trasmissione, ovvero della trasmissione della coreografia attraverso la parola parlata come sottrazione politica della forma imitativa del corpo del “maestro”.

Questa fase del progetto prende vita però dall’incontro sollecitato da Catia Gatelli, già fondatrice di Masque Teatro ma da molti anni basata a Berlino dove porta avanti la sua ricerca teatrale come thauma, nome che ha scelto per indicare l’apertura alla collaborazione e al confronto con altre identità artistiche.

Sollecitata dalle figure degli “aiutanti” indicate da Giorgio Agamben in Profanazioni, Catia Gatelli ha pensato di poter rinvenire nella danza – e proprio adesso, nella fase matura della sua vicenda artistica – un aiutante appunto, un qualcosa che non essendo parte della sua pratica espressiva e di ricerca si può presentare oggi come quel «perduto» che non vuole essere «ricordato o esaudito» ma che vuole piuttosto «restare in noi in quanto dimenticato, in quanto perduto e, unicamente per questo, indimenticabile». Proprio perché gli aiutanti non aiutano nel senso stretto del termine, la danza diventa per Gatelli un ingresso in una possibilità da sondare.

Consegnarsi a ELP significa allora affrontare un labirinto (immagine scelta come guida del progetto) inteso come sfida reale – oltre alla metafora e alla mitologia –, delimitazione dello spazio, pianta, luogo iconograficamente definito ma anche luogo franco della relazione comunicativa tra le due artiste che ad oggi stanno “imparando a capirsi”, a condividere un linguaggio.

Il lavoro è partito, come sempre per ELP, dalla consegna dell’archivio di posture elaborate da Paola nel corso delle fasi precedenti – da Energheia, a O_N e NoPolis – su cui, insieme a Catia, hanno già lavorato in una prima residenza.

DAS VERGESSEN è l’indagine che si costruisce su territori che non si appartengono del tutto e che consiste nel tradurre le “modalità” del corpo negli “stati” del corpo che attraverseranno il labirinto. Ma questo è un aspetto che approfondiremo.