I’m frustrated!! Proprio in faccia a me lo devi urlare?

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Sì “I’m frustrated” l’ha urlato proprio in faccia a me uno dei bravissimi attori della compagnia The New York City Players in una replica di Showcase. Festival di Santarcangelo, edizione 39, in questi giorni. Non che ce l’avesse con me ovviamente ma ero nella posizione buona seduta su un lettuccio di una stanza di albergo dove la performance ha luogo.

Un monologo interessante per contenuti certo, così come per Ode to the Man who Kneels vista la sera prima.

C’è una formula che mi interessa molto: la connessione fra recitazione, testo poetico e canto. La direzione di Chiara Guidi del festival lo poteva far prevedere ma non è questo il punto per me. C’è un gioco drammaturgico, legato all’immaginario americano del western in Ode e della vita e della solitudine del manager in Showcase, che viene trattato musicalmente. Perché?

Magari sbaglierò ma mi viene in mente Bertolt Brecht e quel “del cantare canzoni” che fa del teatro epico un teatro anti catartico, utile al meccanismo riflessivo. Anche qui l’attore non canta soltanto ma mostra uno che canta. E anche chi suona è in scena.

Cantano e suonano benissimo. Il buon teatro è anche divertente. Lo diceva sempre Brecht ed è una delle mie massime.

Oggi poi è il 9 luglio, una anno fa ero qui. Ma questa nuova scoperta mi va bene.

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